La mattina del mio secondo giorno, dopo essermi svegliato alle 5 per colpa del Jet lag con conseguente passeggiatina mattutina in solitudine (cosa che essenzialmente adoro), siamo andati al Potrero del sol Park, luogo di ritrovo per skater e per la comunità ispanica della città. Non mi era mai capitato di poter fotografare dei ragazzi che skatano (sempre che questo verbo esista) e devo ammettere che è stata una grande sorpresa, soprattutto perché loro si lasciavano avvicinare e fotografare tranquillamente e sembravano anzi divertiti. Ok, ho rischiato un paio di volte i denti, ma amen. Siamo poi finiti a Castro street, la strada attorno alla quale si snoda il quartiere gay della città. E diciamo che l’ho adorato, per i colori, l’atmosfera, e soprattutto per il fatto che, per quanto immaginassi potesse rappresentare una sorta di ghettizzazione, era in realtà completamente l’opposto. La palese dimostrazione di quanto si possa e si debba essere orgogliosi di essere omosessuali. La meta successiva è stata un altro importante luogo di storia contemporanea e di emancipazione, ovvero le due strade di Haight e Asbhury, che sono state la culla del movimento hippie nel finire degli anni ’60. Credo di non aver mai visto, neppure in foto, un posto più hipster di questo (e diciamocelo, quindi da amare). I piccoli negozietti che vendevano vestiti di tutti i tipi, il supermercato biologico, la boutique che vendeva vestiti da Pin-up, il negozietto con giocattoli vintage di Star Wars… Ok, meglio passare avanti, decisamente.
Il mio piccolo diario di viaggio fotografico continua con la spiaggia oceanica. L’acqua dell’oceano, anche se in piena estate, è maledettamente, ma maledettamente fredda. E lo so per certo perché ho avuto la felicissima idea di immergermi i piedi (non che non lo rifarei, ovvio). I colori freddi del cielo e la nebbia, caratteristica di San Francisco, lo hanno reso un posto essenzialmente magico. E poi la gente di mare ama ritrovare l’acqua nei posti dove va.
Infine siamo andati a Fort Funstan a vedere i folli (è tutta invidia) lanciarsi con il deltaplano dalla scogliera, ma credo di esser stato troppo impegnato a desiderare di lanciarmi anche io per riuscire a scattare qualche foto decente. Decisamente una cosa da fare “da grande”.
Hai talento per il reportage, ma forse non sono il primo a dirtelo (la prima dello skater la trovo fantastica).