Sabato si è tenuto il Gay Pride in varie città d’Italia e Palermo non è stata da meno. Ho anche letto che quello della mia città è stato tra i più popolosi, arrivando a 40 mila partecipanti (probabilmente eravamo un po’ meno, ma poco importa).
Son andato anche io per fare foto, per divertirmi, per i colori e la festa, e anche per curiosità. Non è infatti il primo al quale partecipo, ma è sempre un avvenimento particolare e degno di essere vissuto.
Palermo, come ho sempre provato a raccontare qui, è una città di grandi contraddizioni, e lo è anche nell’accettazione del prossimo. Si, ok, eravamo 40 mila ed è fantastico. Ma per come la vedo io probabilmente una buona parte di noi erano là semplicemente perché era una festa, senza soffermarsi troppo sul reale significato. Non per voler essere per forza polemici, anzi, ma probabilmente finito il Pride, tutto può tranquillamente tornare come prima, come se non fosse successo nulla. E personalmente credo sia ancora difficile poter pienamente parlare di libertà, di accettazione e di apertura mentale, in una città come questa. Perché partecipare al Gay Pride può anche essere di moda, di “tendenza”, ma accettare davvero chi può pensare e vivere in modo diverso è tutta un’altra storia purtroppo.