Diario di un terrone con le ciaspole

Devo ammettere che quando il mio collega Paolo mi disse che mi avrebbe portato a ciaspolare, non avevo la più pallida idea di cosa stesse parlando. Le ciaspole potevano benissimo essere un tipico piatto lombardo, o magari dei frutti esotici che crescono solo in pianura padana, per quello che ne sapevo. Son pur sempre un terrone trapiantato, no?
Ad ogni modo, poco dopo scoprì che le ciaspole sono le racchette da neve, e che quindi si parlava di una gita in montagna; e non potevo che esserne felice, volevo salire in montagna e rotolare sulla neve da quando mi son trasferito.
Il lieto evento è avvenuto sabato scorso quando, assieme a Paolo, Laura e Omar, siamo andati sui piani di Artavaggio, una località montana vicino Lecco.
Siamo arrivati in macchina sino a Moggio, per poi prendere la funivia, affittare le ciaspole ed iniziare l’avventura. Non avevo mai visto così tanta neve, e per quanto ciaspolare sia decisamente stancante, è anche dannatamente divertente. Dopo circa un’ora di fuoripista siamo giunti al rifugio Nicola, dove abbiamo bevuto una birra per poi dedicarci al meritato e desiderato cibo. Ecco, dopo pizzoccheri, stinco con polenta e torta di noci ho capito che la montagna è bella anche (e soprattutto) per le abbuffate da rifugio. Amen!

Un bilancio della giornata? Semplice, in questo breve assaggio di montagna ho capito che mi piace, che continuerò a scoprire posti nuovi che non conosco e che, volendo, la classica domanda “mare o montagna?” non ha una risposta poi così semplice, specialmente se si è in ottima compagnia.

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