Cartoline dalla Romania – Parte I

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Quanto Ryanair ti propone di andare a Bucarest spendendo 19 euro A/R e ti rendi conto che costa quasi più raggiungere l’aeroporto che il biglietto aereo, non puoi che soccombere ed organizzare una trasferta rumena on the road. Son più o meno queste le premesse che mi hanno portato a far circa 800 Km in macchina per la Transilvania, forse la regione più suggestiva ed interessante della nazione (e no, in Transilvania non c’è solo Dracula).
Già, perchè fermarsi alla sola Bucarest sarebbe stato un peccato (anche perchè, con il senno di poi, è la meta che mi è piaciuta meno di tutte) e la macchina rimane il mio modo preferito di esplorare i luoghi (non che effettivamente l’unico in questo particolare contesto).

In circa 5 giorni di viaggio, partendo da Bucarest, siamo saliti a nord per circa un centinaio di chilometri per poi tracciare essenzialmente un anello che ha toccato i luoghi più suggestivi ed interessanti della regione. Bucarest, come accennavo, non mi ha esaltato. Troppo poco Rumena  (lo sfregio lasciato dal regime di Ceausescu è fin troppo visibile ed opprimente) e troppo poco europea. Addentrandosi verso il centro del paese la storia cambia decisamente. Si inizia a respirare la storia scritta dall’impero Austro-Ungarico (assolutamente splendido il castello di Sinaia) e le atmosfere essenzialmente medioevali di molti piccoli centri abitati (l’arroccata Rasnov potrebbe tranquillamente essere una location per GoT). Bellissima Brasov, un piccolo gioiellino molto carino anche per passare la sera, ed affascinante Sighisoara, roccaforte medievale con la torre e il monastero da raggiungere dopo una infinità di scalini (ma ne vale la pena, assolutamente).
Tutti questi luoghi son collegati da delle strade interminabili (in condizioni migliori di quanto immaginassi, per la verità) costeggiate spesso da agglomerati di case e paeselli. Credo sia difficile descrivere questo paesaggio senza rischiare di essere in un qual modo offensivo o riduttivo, anche perchè il mio intento è assolutamente opposto. Son villagi semplici e umili, come ad esempio ce ne erano tanti sino a 60-70 anni fa in tarte parti d’Italia. E’ un po’ come fare un salto nel tempo.

Son poi venuti i due luoghi che più mi hanno colpito, Sibiu e l’impronunciabile Transfagarasan, dei quali però parlerò nella seconda parte (meritano uno spazio a se)…

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