La magia dell’Isola di Skye (parte I)

Il viaggio in Scozia con Miriam è iniziato come gran parte dei miei viaggi, un po’ per caso. Una mattina, facendo colazione, e sfogliando qualche buona offerta sul sito Ryanair. Chiaro, non si può dire di no ad Edimburgo per una manciata di euro. E da li, perchè non dare una occhiata alla zona attorno alla città? Perchè non affittare una macchina e farsi circa mille chilometri per esplorare l’isola di Skye dall’altro lato della Scozia? Chiaro.

La prima tappa è stata proprio la mistica e leggendaria isola, universalmente decantata come uno dei posti più affascinanti e belli da vedere del paese. Spoiler: confermo, è splendida.
Dopo la prima notte ad Edimburgo, abbiamo ritirato la macchina e ci siamo diretti verso l’estrema punta della nazione. Attraversato lo Skye Bridge, abbiamo guidato in direzione dello Storr, la montagna simbolo dell’isola sovrastata dal monolite Old Man of Storr. Una volta in cima, la vista è mozzafiato, grazie anche ai giochi di luce del sole al tramonto e dei riflessi sull’oceano.
Per la cena ci siamo diretti a Portree, la cittadina più grande dell’isola (e anche la parte più “civilizzata”). Li ho scardinato definitivamente i miei preconcetti sul cibo scozzese (che meriterebbe un post a parte).
La mattina successiva, accompagnati dall’immancabile pioggerellina scottish, e dopo una perfetta colazione continentale ai piedi della catena montuosa dei Cullins, ci siamo diretti verso le Fairy Pool. Il nome credo descriva bene il luogo, anche perchè mi risulta difficile con altre parole. Si tratta di piscine naturali che scorrono una dentro l’altra tramite piccole cascate e ruscelli, il tutto ai piedi di una montagna. Vento, freddo e pioggia, eppure tornerei all’istante in quel posto davvero fatato.
Il viaggio è poi continuato in direzione del castello di Dunvegan, ma di questo parlerò nel prossimo post.

 

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