La magia dell’Isola di Skye (parte II)

Ancora bagnati e infreddoliti dall’avventura nelle fairy pool, il nostro viaggio sull’Isola di Skye è continuato in direzione del castello di Dunvegan. La struttura risale all’XIII secolo ed è uno dei castelli più antichi della Scozia ad essere ancora abitato. Bellissimo il giardino orto attiguo, così come affascinante il vicino molo, famoso per accogliere famiglie di foche (che però hanno deciso di snobbarci senza palesarsi).

Dopo una doverosa pausa per bere un tea caldo in un piccolo baretto tanto hipster quanto sperduto, ci siamo diretti verso il pezzo forte dell’esplorazione di Skye: il faro di Neiast Point. Situata all’estrema punta ovest dell’isola, Neast Point è una scogliera a strapiombo sull’oceano che accoglie il noto faro, oramai in disuso. La struttura rappresenta un luogo iconico, grazie alla sua ubicazione affascinante e al paesaggio davvero mozzafiato. Se mai deciderete di affrontare il vento, la pioggia e il freddo tipici del nord dell’isola, vi ritroverete probabilmente da soli lungo una stretta scalinata, circondati solamente da pecore (tantissime pecore) e gabbiani. E, credetemi, ne varrà sicuramente la pena.

L’ultima tappa prima di dirigerci verso Edimburgo è stato il castello di Eilean Donan, situato subito dopo il ponte che collega Skye alla terra ferma. Siamo quindi partiti in direzione della capitale, prendendo la più lunga statale che passa per la costa in modo da ammirare paesaggi diversi da quella dell’andata (non è vero, ho sbagliato a seguire il navigatore).
L’errore La scelta di intraprendere una strada diversa ci ha permesso di ammirare una serie di valli, pianure e colline che non saprei nemmeno identificare o posizionare sulla mappa, ma che ci hanno costretto a fermare continuamente la macchina per scattare qualche foto.

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