Di quando si fotografa con la pellicola

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Qualche giorno fa ho passato una mattinata assieme alla mia amica Stefania. Non ci vedevamo da tantissimo tempo, e non vedevo l’ora di chiacchierare con lei sulla vita, l’universo, e tutto quanto. Con l’occasione ho portato con me l’analogica, con l’intento di farle qualche ritratto. Non avevo mai provato a scattare ritratti “seriamente” con il rullino, anche se di serio c’è stato ben poco quel giorno. Ero comunque “spaventato” dall’idea di avere solo 36 possibilità e di non poter rivedere gli scatti fatti, ma mi son comunque preso di coraggio, aiutato anche dal fatto che pure una scimmia ammaestrata riuscirebbe a fare delle foto decenti a Stefania.
E’ stata anche l’occasione per bere un tè alla cioccolateria Lorenzo (e se siete di Palermo o passate da qui, andateci. E se non sapete perchè venire, questo è decisamente un motivo sufficiente), passeggiare ed esplorare le strade che costeggiano Piazza Marina.
Non saprei giudicare bene l’esperimento di ritrarre con una macchina fotografica analogica. Da un lato, l’idea di avere pochi scatti, di dover trattenere il respiro e giocarsi tutti in un istante, è decisamente romantico, e divertente. Dall’altro mi dispiace di aver buttato delle foto per colpa della messa a fuoco sbagliata, o di essermi concentrato troppo su dettagli tecnici e troppo poco sulle idee delle foto. Non saprei nemmeno se ci riproverò. Ma almeno mi son divertito, ho bevuto tè e chiacchierato con una grande amica. E non vedo cosa si possa chiedere di più da una mattinate eh.

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