La leggenda della Targa Florio

La Targa Florio è una delle corse più antiche e famose d’Italia (e del mondo). Nasce nel lontano 1905 nella mia terra, la Sicilia, e fino al 1977 rappresentò un appuntamento annuale immancabile per appassionati e corridori. Nell’ultimo decennio son state organizzate delle rievocazioni storiche con macchine appartenenti a tutte le edizioni passate.
Mio padre era un grande appassionato di questa corsa e da giovane (negli anni ’70) andava spesso a vederla per fotografare quei bolidi sfrecciare lungo le strade di Cerda. Da piccolo mi raccontava che per fotografare meglio le macchine si sdraiava sull’asfalto in uscita di curva, aspettando che uscisse a tutta velocità e gli passasse ad una manciata di metri dall’obiettivo. Certi racconti hanno tantissimo fascino, per un bambino così come per un ragazzo, ed è forse per questo che la passione per macchine d’epoca e fotografia mi scorre nelle vene.

A dire il vero non avevo mai provato a fotografare macchine da corsa anche perché negli ultimi anni le rievocazioni storiche sono state alquanto deludenti. Quest’anno però gli organizzatori devo essersi finalmente svegliati. Probabilmente il merito va anche al luogo di partenza, cioè l’università di Palermo e precisamente il campus di ingegneria (che per altro è dove studio io). Diciamo che è stato un po’ come portare del buon formaggio in una tana di topolini affamati…
Dicevo che non ho mai provato a fotografare macchine da corsa, forse anche perché dopo aver visto le fotografie in bianco e nero di mio papà sapevo che difficilmente avrei ottenuto qualche cosa di paragonabile. Ad ogni modo, visto che l’avevo proprio “sotto il banco”, qualche giorno fa sono andato a fare delle foto tra le macchine antiche e i signori con i guanti di pelle che orgogliosamente le guidavano.
Certo, le vecchie signore hanno oramai una certa età e la Targa non è più una vera corsa, quanto semplicemente un appuntamento nostalgico. Ma poco importa, il profumo di benzina, il suono dei motori che si accende e la bellezza di quei gioielli è assolutamente rimasta immutata.

 

Rispondi