Di come son stato spedito in Inghilterra – Parte 2

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Per il secondo giorno, ci siamo spostati a Londra. Gli organizzatori hanno preparato per noi un contest che prevedeva 5 fotografie tematiche da scattare ed inviare mentre eravamo in giro grazie alla connessione senza fili tra la NX300 e un tablet che ci hanno fornito loro (e che abbiamo dovuto restituito alla fine ahime). L’idea ad essere sinceri era parecchio carina visto che ci hanno portato a visitare posti ovviamente inerenti con le tematiche e visto che in effetti eravamo 35 folli con macchina fotografica che si muovevano e fotografavano un pò di tutto. In pratica però ci siamo resi conto che provare a scattare foto decenti, sceglierne una, sistemarla al volo ed inviarla, il tutto su un bus tipico a due piani, era giusto un po’ incasinante -.- Ma poco male, in realtà la mia parte nerd si è sentita estremamente appagata da questa esperienza, anche se continuo a pensare che questi coreani dovrebbero imparare da noi italiani un pò di “cultura slow” (traduzione libera del più tipico “piens’a salute”).

Ad ogni modo, abbiamo girato un pò per Londra sul bus, visitato Trafalgar Square, il mercato Borough Market (ok, uno di quei posti dove devo tornare al più presto e passarci una mattinata più che altro a fare foto… ma più che altro a mangiare), saliti sull’ultimo piano dello Shard (per gli amici “la torre di Mordor”) e fatto il giro sul London Eye (ho sempre pensato che fosse una cosa pacchiana e che non c’entrasse nulla con la riva del Tamigi, ma devo ammettere che mi son ricreduto, ha decisamente un suo perchè).

La sera infine ci hanno portati ad un mega party solo per noi in un ristorante babilonese a Camden town (assolutamente consigliatissimo, se solo ricordassi il nome…). Io c’ho provato a fare foto alla festa, davvero… ma dopo un paio di bicchieri son incominciate a venire tutte mosse. Probabilmente doveva esserci troppo buio. Ecco.

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2 thoughts on “Di come son stato spedito in Inghilterra – Parte 2

  1. Gilgamesh, il nome del posto in cui le fotografie riescono mosse per il «troppo buio». È stato molto divertente rivedere, con le tue parole e le tue immagini, quanto vissuto durante quelle rapidi, affrettate, trafelate, rincorse quarantotto ore.

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