La scorsa settimana c’è stato a Palermo l’evento annuale forse più importante e sentito per i suoi cittadini, la festa di Santa Rosalia (per noi “u’ Fistinu“). Ogni anno, tra il 14 e il 15 Luglio festeggiamo la liberazione della città dalla peste del 1625, avvenuta secondo la legenda grazie all’intervento della “Santuzza” (è interessante notare come in realtà allora avessimo 4 sante patrone diverse, che non riuscirono a salvare Palermo… siamo sempre stati una città difficile da gestire).
Per noi il festino è più che una festa, è un rito. Mi ricordo quando da bambino assistevo alla processione, e attendevo il gioco di fuoco e gli spettacoli di luce ai quattro canti. Sono passati tanti anni, eppure l’essenza, l’anima, i colori, sono sempre gli stessi. La festa si snoda per la via principale di Palermo dove avviene una processione dietro al famoso carro con la statua della Santuzza, per poi finire alla Marina, la zona a mare dove venditori di cibo e dolci arrivano con le loro bancarelle (si, perché il Palermitano DOC passa il Festino mangiando senza sosta per ore. E io modestamente mi considero molto DOC da questo punto di vista). Il tutto si conclude con lo spettacolo pirotecnico finale. E’ difficile raccontare cosa sia il Festino ad una persona che non viene da Palermo. E’ difficile più che altro far comprendere la ritualità, le ripetizioni, gli eventi che si susseguono e che scandiscono due giorni di festa per la città. Ed è difficile immaginare la gente che grida “E chi semu muti? Viva viva Santa Rusulia!” dietro al carro. Quindi semplicemente provo a mostrare immagini (scattate con la NX300) di questa grande festa, ed a scrivere il vero motto della festa, la frase che ogni anno il sindaco della città grida ai suoi cittadini: “Viva Palermo e Santa Rusulia!”
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