“Manfredi? Ciao sono Ilaria! Non è che ti andrebbe tra due settimane di andare a San Francisco con Samsung?”
Ok, non sono le esatte parole, ma essenzialmente tutto è iniziato così. Ed è così che son finito dall’altro capo del mondo a fare la cosa che più mi piace assieme ad altri 9 “imagelogger” provenienti dal resto del mondo. Diciamo che anche questa volta è stata una bella botta di… ehm… fortuna, ecco. Non so esattamente come iniziare a raccontare cosa ho visto, anche perché per me è stato tutto così irreale e incredibile che provare a scriverne risulterebbe “finto” credo. Semplicemente ho deciso di pubblicare un post per ognuno dei 4 giorni che son stato li, e questo ovviamente è il primo. Diciamo che stanchezza da volo infinito, trauma da jet lag e stress per valigia persa (grazie Alitalia, grazie come sempre <3) a parte, il primo impatto è stato bellissimo. Non conoscevo nessuno degli altri fotografi o del team Samsung, tranne l’altro italiano che era con me, Giacomo Por (una persona davvero bellissima e di uno spessore davvero raro) e per la prima volta ero costretto a dover per forza parlare solamente in inglese, e con persone con accetti totalmente diversi tra di loro (capire le battute che un coreano fa ad una texana credetemi che non è semplicissimo…).
Ad ogni moto dopo la prima notte passata a dormire come un sasso (sono arrivato alle 10 di sera locali) il primo giorno siamo andato nella baia di San Francisco a fare un giro sul battelo, passando vicino all’isola di Alcatraz, al Golden Gate e con le barche dell’American’s Cup che ci giravano attorno (e considerando che io da bambino mi son alzato alle 4 di notte per vedere Luna Rossa in TV dalla Nuova Zelanda è stata una grande emozione… Ehi piccolo Manfredi! Ce l’hai fatta a vederla dal vivo alla fine!).
Abbiamo poi mangiato nel famoso quartiere di Fisherman’s Wharf (granchi giganti come se non ci fosse un domani, ed anche abbastanza impressionanti), e poi nel parto che costeggia la Grace Cathedral e a Russian Hill. Al tramonto abbiamo concluso vedendo il Golden Gate Bridge da vicino. E le foto assolutamente non gli rendono giustizia. Vedere apparire quel gigante rosso tra la nebbia toglie il fiato. O forse è perché c’era un freddo atroce e la felpa era nella valigia che sarebbe arrivata l’indomani (ti ho già ringraziato Alitalia, vero?).
Ti ho mai detto che la “Street” è il tuo forte?
Si ecco lo è.
Queste foto sono così americane che arg sono bellissime.
<3
L’unico aggettivo che mi viene in mente per questo set street è: elegante. Non gli manca niente e non eccede in niente. Complimenti!