Di marmellate e ricette della nonna

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Ho deciso di riprovare con l’esperienza dei “food post” perché la trovo una cosa estremamente divertente e stimolante. E’ probabilmente un bel modo per me di fare fotografia uscendo dai miei soliti (e oramai stancanti) schemi mentali. L’input l’ho avuto quando mia nonna mi ha detto di voler fare la marmellata di mele e pere. Dovete sapere che la marmellata di mele e pere è una di quelle cose che mi ricorderà per sempre l’infanzia. Perché mia nonna ha sempre fatto marmellate, e perchè questa era ed è la mia preferita in assoluto. E’ un tipo di marmellata che non credo si trovi in commercio (o almeno io non l’ho mai vista) quindi, perché non provare a raccontare come nasce?

In realtà non saprei dire se questo racconto sia più fotografia, ricetta o reportage. Ma poco importa, perché in fin dei conti una delle cose più belle di avere un blog è proprio di poter scrivere ciò che si vuole senza badare troppo alle motivazioni, o al senso (è un po’ l’equivalente per i bambini dell’elementari del classico “tema libero” che le maestre propongono nelle calde giornate di fine anno, quando non hanno più molte idee, forse).

Iniziamo ovviamente e come sempre con gli ingredienti e l’occorrente (tanto ce ne sarà sicuramente qualcuno che non avrete a casa e che vi impedirà di fare la ricetta ora, sappiatelo, è un classico):

  • Mele rosse
  • Pere (gialle? non saprei esattamente come si chiamano, ma sono quelle in foto in linea di massima)
  • Zucchero
  • Vanillina
  • Cannella
  • Chiodi di garofano
  • Passa pomodoro
  • Barattoli vuoti

 Non ho specificato le quantità perché dipende essenzialmente da quanta marmellata volete fare. Indicativamente la nostra catena di montaggio (nonna-mamma-figlio) ha lavorato con 3 Kg di frutta e siamo riusciti a fare una decina di barattoli di marmellata. In ogni caso la quantità di pere e mele deve essere pressoché uguale. Per ciò che riguarda lo zucchero, la ricetta della nonna (e in questo caso è proprio vero eh!) suggerisce 600g ogni Kg di frutta, quindi una volta sbucciata e tagliata la frutta, pesatela per fare la dovuta proporzione.

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Una volta reperito tutto l’occorrente potete avviare la vostra catena di montaggio. Se potete contare su parentame vario (anche cugini di terzo grado che chiamerete solamente per l’occasione vanno benissimo) o su vicini potete provare con un buon quantitativo di frutta, altrimenti sappiate che da soli la cosa risulta alquanto lunghetta e stancante. Meglio procurarvi almeno un buon sottofondo musicale.

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La frutta, dopo essere stata lavata ed asciugata con cura, va tagliata in piccoli pezzetti da circa 1-1,5 cm. Questo è quello che abbiamo ottenuto noi. Da notare che una buona parte è andata persa durante l’operazione di lavorazione e il controllo qualità (ovvero i pezzi che non avevano una forma carina me li mangiavo, ecco).

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La frutta va poi passata nel passa pomodoro. In realtà, a seconda del grado di maturazione della frutta e della perizia nel tagliarla, questa fase può anche essere evitata delle volte. Passandola però si garantisce una confettura uniforme e senza “pezzettoni”, che personalmente odio. Vorrei dirvi che esiste un modo semplice e veloce, ma il buon vecchio olio di gomito is the way.

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Una volta “passata” tutta la frutta, va messa in una pentola per la fase delle cottura. Inizialmente la frutta va lasciata per una trentina di minuti sul fuoco (non troppo forte) avendo cura di non farla bruciare o attaccare (quindi occhi alle classiche telefonate di amici che vi chiedono consigli sulla vita, l’universo e tutto quanto (cit.) e vi distraggono, portandoti all’inesorabile carbonizzazione della marmellata). Passati i trenta minuti, e continuando a mescolare, va aggiunto lo zucchero, una bustina di vanillina (per un paio di Kg di frutta) e 1-2 chiodi di garofano (occhio che in quantità maggiori diventano pestiferi). Il tutto va poi lasciato sul fuoco un’altra trentina di minuti, o comunque al raggiungimento della consistenza desiderata (più rimane, più ovviamente diventa solida).

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A cottura avvenuta scendete la pentola dal fuoco e preparatevi per versare la marmellata nei barattoli. Il tutto va fatto quando è ancora calda in modo da favorire l’effetto sotto vuoto e la conservazione della confettura (questo tipo di marmellata con questa quantità di zucchero riesce a sopravvivere anche parecchi mesi se ben conservata). I barattoli devono essere perfettamente asciutti. Il contatto della marmellata con l’acqua rischia infatti di farla andare a male, e noi invece credo la vogliamo bella fresca e profumata quando la offriremo agli invitati (anche se forse dipende dagli invitati in effetti).

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Lasciamola quindi raffreddare, per poi conservarla a temperatura ambiente e al buio. Una volta aperto il barattolo, invece, è meglio conservarlo in frigo.

E dopo tutto questo gran casino, che farci con tutti questi barattoli di marmellata? Ovviamente prendere peso in previsione dell’inverno. Ma possiamo farlo spalmandola sui biscotti, sulle fette biscottate (rigorosamente sopra il burro) o, perché no, farcendo una bella torta di mele:

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