Credo capiti a chiunque di avere qualche cosa sulla scrivania, qualche cosa che attende da tantissimo tempo di essere fatta, e che per mancanza di tempo, voglia, desiderio o per semplice paura, rimane li, a prendere polvere.
I miei oggetti persi nel tempo, erano due rullini. Due rullini scattati più di un anno e mezzo fa durante un viaggio, in un altra vita e in un altro tempo. Sono sempre stati alla mia vista, anche se più volte ho semplicemente pensato di chiuderli in un cassetto e dimenticarmene. Perchè un rullino, con quelle 36 foto, può essere molto pericoloso. Il bello delle fotografie è che non cambiano, che rimangono li a raccontare e ricordare, anche quando tutto il resto è totalmente cambiato. Le foto di quei rullini, quelle che veramente importavano, le ho dovute sviluppare e vedere, per potermi permettere di dimenticarle, di non pensarci più. Perchè sapevo che fotografie avevo scattato, le ricordavo tutte una per una. Ma dovevo vederle, un’unica ed ultima volta.
Però, c’erano anche altre foto di quel viaggio. Foto fatte per gioco, foto da semplice turista. E a differenza dei ritratti, i paesaggi permettono di far riemergere ricordi ed emozioni senza prenderti a pugni nello stomaco, o a cazzotti in faccia. Si, delle foto di quei rullini, queste sono le uniche che posso permettermi di rivedere e di far vedere. Il luogo dove son state scattate, per quel che può contare, si chiama Lago, in provincia Treviso. Ed è un luogo unico, magico, e splendido. O forse, nel bene o nel male, sono io a ricordarlo così.