La Real Casa dei Matti fu fondata nel 1824 dal barone Pietro Pisani a Palermo, e rappresentava uno dei primi esempi di manicomi d’Italia ed Europa.

Attualmente è una delle sedi dell’azienda sanitaria locale, ed accoglie anche un centro di riabilitazione per malattie mentali. Parte della struttura (davvero immensa, era nata come una piccola cittadella indipendente) è però stata abbandonata o caduta in disuso. Grazie all’iniziativa “le vie dei tesori” tenutasi nelle ultime settimane, e che ha permesso di aprire al pubblico alcune perle nascoste della città (ehi, anche noi qui sotto ogni tanto facciamo qualche cosa di figo!) ho potuto visitare alcuni degli antichi locali, oltre che il giardino botanico di piante grasse nato per favorire la cura dei pazienti. La cosa assurda è che abito praticamente a due passi dalla cittadella (affacciandomi dal mio balcone posso vedere quasi tutta la struttura, oramai circondata da palazzi), eppure non ero mai andato all’interno.

Devo dire che vedere i vecchi letti, le attrezzature, la macchina per l’elettro shock o la camicia di forza è una cosa che lascia alquanto senza parole. E quel giardino, chi sa quanto storie potrebbe raccontare, e quante mani e menti ha impegnato. Per quello che ho visto e capito, la Real Casa dei Matti era, come tutte le strutture simili del tempo, un inquietante mistura tra un campo di concentramento ed un ospedale, un miscuglio che è sopravvissuto fino al decennio scorso, e che nel bene o nel male ha certamente contribuito a scrivere la storia di questa città.