Di antiche ferraglie

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Non so chi di voi abbia mai avuto a che fare con obiettivi antichi e macchine analogiche, ma a tali fortunati probabilmente sarà capitato di avere a che fare con qualche piccolo “acciacco” dovuto all’età.
E’ normale, son vecchi, hanno magari lavorato per anni regalando bellissime foto, ed hanno quindi tutto il diritto un bel giorno di svegliarsi e non funzionare più, un po’ come i quadri.
A me è capitato con una lente alla quale tengo particolarmente, un Contax 50mm 1.4 che avevo usato sia con la digitale (tramite adattatore) che con l’analogica.
Una mattina, riprendendolo dopo qualche tempo, mi son accorto che le lamelle del diaframma erano sporche di grasso, probabilmente proveniente dall’elicoide di messa a fuoco (è tutto grasso che cola, tanto perché amo i modi di dire).
Il dramma era che utilizzandolo sull’analogica non potevo scattare con diaframmi chiusi perché il meccanismo del diaframma (che aveva perso fluidità ed era diventato “vischioso”) si chiudeva dopo l’otturatore e non più contemporaneamente.
Ho deciso quindi di fare qualche ricerca e provare a capire se potessi risolvere la situazione da solo.

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Premetto che se avessi avuto a disposizione un fotoriparatore mi sarei probabilmente rivolto a lui. Ma purtroppo qui a Palermo sono una razza del paleolitico oramai estinta, quindi faidate is the way.
Detto questo, le mie ricerche mi hanno portato solamente a trovare immagini dell’obiettivo totalmente smontato, ma mi è bastato per azzardare che se avessi voluto raggiungere il meccanismo del diaframma, il modo più semplice sarebbe stato rimuovendo l’elemento frontale (e ok, sembra una frase di Grey’s Anatomy, lo so).

Ad ogni modo, prima di procedere con la vivisezione del povero sfortunato pezzo di ferraglia, voglio premettere che questa non è assolutamente una guida su come pulire o aggiustare le lenti. Tale argomento è così vasto e complesso che neanche una guida galattica per autostoppisti basterebbe (e io non ho neanche un asciugamano con me) (e ok, se non hai colto la citazione, probabilmente sei capitato nel blog sbagliato, fattene una ragione).
Dicevo, questa non vuole essere una guida, quanto più un piccolo racconto di un esperimento andato a buon fine (ops, scusate per lo spoiler), con la speranza che possa in qualche modo aiutare qualche altra anima disperata in cerca di qualche consiglio o ispirazione su tale argomento.

Come dicevo precedentemente, l’argomento “passiamo il pomeriggio vivisezionando una lente” è estremamente vasto e complesso, e non esistono metodologie che vanno bene per tutti gli obiettivi, perchè ovviamente ogni obiettivo ha una sua struttura e composizione. In linea di massima i più semplici (e quindi anche i più facili da smontare) sono quelli a focale fisa ed a fuoco manuale (come nel mio caso), mentre con zoom o obiettivi autofocus le cose si complicano parecchio.

Partiamo dai “ferri” che ho utilizzato per l’operazione:

  • Alcol Etilico (utile per pulire le parti interne sporche di polvere o residui)
  • Cacciavite a stella
  • Benzina per accendini (è un ottimo solvente per il grasso utilizzato all’interno degli obiettivi ed evapora molto velocemente non lasciando tracce. Inoltre è facilmente reperibile)
  • Bicchierini per suddividere le parti o versare i liquidi
  • Fazzoletti e cotton fioc
  • Pompetta ad aria
  • Pinzette
  • Panno in microfibra
  • Wall-E (opzionale, ma può essere utile, e poi è tanto caruccio)

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Come precedentemente detto, la prima cosa da fare è stata nel mio caso svitare l’anello frontale (quello che ha inciso i dati sull’obiettivo). E’ bastato stringere con una mano e svitare con una certa forza. Non sempre però è così semplice, e alle volte al di sotto della placchetta contenente le incisioni vi sono delle viti da andare a svitare per poter rimuovere l’anello.

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Ho poi proceduto rimuovendo il gruppo di lenti frontali, anch’esso avvitato nel corpo dell’obiettivo. In questo caso mi son aiutato inizialmente con una pezza in microfibra per aumentare l’attrito, per poi continuare svitando con le mani. Una volta estratto il gruppo frontale mi sono ritrovato direttamente il diaframma:

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Le lamelle del diaframma sono tenute in sede da un anello “a ciambella” di blastica, bloccato da tre viti (in foto se ne vede una). E’ bastato svitare tali viti per liberare l’anello e quindi le lamelle. Capovolgendo l’obiettivo ho quindi lasciato cadere tutti i componenti interni, aiutandomi con la pinzetta:

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Le lamelle come previsto erano tutte incrostate di grasso. Con l’auto di Wall-E le ho quindi pulita con la benzina ed i cotton fioc. E’ un’operazione abbastanza delicata in quanto le lamelle sono molto sottili e fragili. Bisogna inoltre evitare di toccarle con le mani per non lasciare residui o rovinarle. Ho anche pulito l’alloggiamento interno, anch’esso incrostato e sporco. Fondamentale è non sporcare le lenti interne con la benzina, che potrebbe corrodere o rovinare il trattamento anti riflesso.

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Una volta pulite ed asciugate tutte le lamelle ho iniziato a riposizionarle in sede. L’operazione è abbastanza semplice in quanto basta inserire i perni delle lamelle negli appositi solchi, e adagiare ogni parte l’una sull’altra. L’unica complicazione si ha nel posizionare l’ultima lamella, che va sopra la precedente e sotto la successiva, che è anche la prima. Aiutandosi con una pinzetta comunque non risulta impossibile:

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Ho quindi rimontato il gruppo di lenti anteriore, l’anello frontale, ho controllato che tutto il meccanismo funzionasse a dovere e non avesse più tracce di olio. Per fortuna tutto è andato per il verso giusto ed adesso l’obiettivo è ritornato ad essere utilizzabile. Prova ne sono queste foto.

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