Di come si evade dal lavoro (e si finisce a Budapest) – Parte 2

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Dopo esserci ripresi (poco) dal primo giorno, abbiamo continuato l’esplorazione di Budapest. Abbiamo iniziato con la grande sinagoga e con il quartiere ebraico limitrofo. E’ stata una piccola scoperta, sia per la sinagoga che soprattutto per il quartiere. E’ una zona di Budapest molto diversa dalle tipiche strade di Pest, ricca di locali e di palazzi a metà tra il fatiscente e il recuperato (tutto molto fascinoso per altro). Davvero unica Gozsdu Udvar, una via semi coperta ricavata dai cortili interni di una serie di palazzi fatta da piccole bancarelle e locali (ci siamo anche tornati la sera per mangiare).
E’ stata poi la volta del Parlamento (una versione ungherese di Hogwarts, essenzialmente), della chiesa di San Mattia e della ruota panoramica.
Infine, nota di (estremo) merito va al Szimpla Kert, una via di mezzo tra un centro sociale, una discoteca, un mega pub e un labirinto cyber punk… Uno di quei posti dove vuoi (tornare) ad ubriacarti e viver felice.

Tirando le somme, e come anticipato, Budapest è una città che ho davvero amato. Sarà stata per la compagnia, per il tempo perfetto, per le mille cose viste senza prender fiato, ma è sicuramente una città che rivedrò (magari in pieno inverno) e che consiglio vivamente.

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