Cartoline da Vienna (Parte I)

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Ero con Marilena al Mudec per la mostra di Gauguin, quando mi parlò del biglietto che aveva da poco preso per Vienna per il week end di Pasqua. La meta mi piaceva, i compagni di viaggio pure (soprattutto, gli stessi di Budapest) e quindi la sera stessa presi anche io il biglietto senza pensarci più di tanto. E’ iniziata così, come tutti gli altri viaggi più belli, per caso da una chiacchierata.
Premetto che Vienna è una città che ho dovuto inizialmente capire ed apprezzare, ma che alla fine è riuscita davvero a stupirmi. Siamo stati 3 giorni pieni (e credo sia un tempo più che sufficiente anche per girare molti musei), e mi son reso conto che la città cambia drasticamente a seconda della situazione metereologica. E’ una tipica città mitteleuropea ed imperiale, piena di marmi, di imponenti palazzi bianchi e di grandi strade. Il cielo uggioso non le rende giustizia, e rende tutto quasi monocromatico. Per fortuna a metà del primo giorno il cielo si è aperto, ed è spuntato il sole.
Il primo giorno abbiamo iniziato a passeggiare all’interno del ring, per il centro storico. Visto il brutto tempo siamo andati al Kunsthistorisches Museum, pieno (pienissimo) di quadri, di opere classiche. Si può passeggiare tra i più grandi pittori rinascimentali, per poi dedicarsi ai fiamminghi. La sera abbiamo cenato al Salm Brau Klosterbrauerei (consigliatissimo essenzialmente per sfondarsi di cibo viennese DOC).
Il secondo giorno ci siamo diretti al Belvedere. Il richiamo di Klimt era, ovviamente, irresistibile. Affascinante, anche se l’allestimento non era secondo me dei più riusciti (soprattutto per il Bacio). Ma comunque consigliato.
Ci siamo quindi diretti verso il complesso dell’Albertina, ma di questo parlerò la prossima volta.

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