Del desiderio di mare e vacanza (ripensando a Cefalù)

A Milano oggi si toccano i 33 gradi, un caldo afoso che quasi soffoca. L’aria condizionata in ufficio e la casa fresca aiutano, così come una bibita ghiacciata appena di ritorno dal lavoro. Eppure, con questo caldo, la mente non può non pensare al desiderio di mare, di spiaggia, di fresco dopo un bagno con gli amici.
Per migliorare le cose (o per farmi del male, punti di vista) ieri ho sfogliato delle foto scattate l’ultima volta che son tornato a casa in Sicilia, per una vacanza-ponte passata tra mare, arrostita nei boschi e relax con gli amici. Non c’era ancora questo caldo e questa dirompente atmosfera estiva, eppure ci è sembrato ovvio organizzarci per passare i giorni in spiaggia e a grigliare. Eravamo in una spiaggia stranamente libera poco vicino a Cefalù. L’acqua era ancora fredda, ma un veloce tuffo non poteva certo mancare. Dopo la giornata di relax al sole abbiamo deciso di spostarci verso la piccola città vicina. Cefalù è un piccolo gioiello, specialmente quando non è invasa eccessivamente dai turisti. Ha uno dei duomi più belli della Sicilia, e un’atmosfera un po’ fuori dal tempo. La conosco benissimo, ma ogni volta che torno non posso che ammirarla e guardarla un po’ con “occhi da turista”.
I giorni successivi siamo andati in un piccolo boschetto vicino Caccamo, in provincia di Palermo. Perché, per noi palermitani, “l’arrustuta” da fare tra i boschi, tra amici, è quasi una istituzione.
Si, manca tutto questo, specialmente in una giornata afosa di Milano, specialmente quando si vorrebbe solo staccare la spina e andare in vacanza.

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