Quando si è sopra qualsiasi cosa

Quando ho iniziato a giocare con la fotografia, il ritratto era probabilmente il mio genere preferito. Ho tantissimi esperimenti, più o meno riusciti, che mi ricordano questo mio amore per il genere. Poi con il tempo son cambiati i miei gusti, è cambiato il mio modo di far foto, ed ho relegato il tema ritrattistica a quelli fatti per strada a sconosciuti, o durante i viaggi.
Questa estate, quando è venuta Miriam, ho pensato di portarla in un posto dove a breve non potrò più andare e dove non avevo mai portato nessuno (anche perchè teoricamente non dovrei averne nemmeno le chiavi), il tetto del palazzo dove vivevo a Palermo. E’ un posto strano, immerso in pieno nella città e da dove si ammira praticamente tutta Palermo, dove si vede la distesa di palazzi, le montagne, il mare e il cielo tutto. Un panorama non immediatamente apprezzabile, che forse non colpisce come un bel lago o una piazza antica, ma che io adoro. Li sopra si è da soli, sopra tutto, sopra qualsiasi pensiero. Dovevo certamente mostrarlo anche a lei.
Tornando al discorso ritratti ritratti, in quel momento mi è venuto quasi naturale iniziare a fotografare, a fare ritratti, a giocare con le ombre delle antenne, a divertirmi come non facevo da tempo con quel genere. Nulla di elaborato, costruito, e certamente nulla di incredibilmente bello dal punto di vista fotografico. Eppure è stato il mio modo di immortalare un momento, e un luogo, che per me contano tanto. Un luogo dove non so se tornerò, e in fin dei conti va bene così. Il bello della fotografia è anche che conserva la parte migliore dei ricordi.

Rispondi