Lo spettacolo della Sacra di San Michele

Sacra di San Michele

La Sacra di San Michele è stato un luogo che in tanti, nel tempo, mi hanno  consigliato di visitare. La mamma di Miriam, mio padre, la mia collega Valentina (detta “la donna della Val di Susa”, e un motivo ci sarà…), tutti concordi nel definirla una costruzione unica ed affascinante. Poi, si sa, si tende a procrastinare, rimandare, attendere perchè tanto “possiamo andarci quando vogliamo”, e pur essendo ad una oretta da Biella, non c’era mai stata occasione.

L’occasione, finalmente, è arrivata per questa Pasqua quando io e Miriam, armati di macchine fotografiche e panini, ci siamo finalmente diretti verso la monumentale costruzione. La Sacra di San Michele è un antico complesso religioso arroccato sul monte Pirchirianosi, un promontorio che dà sulla Val di Susa, in un luogo che sembra isolato dal mondo. Si può comodamente arrivare con la macchina, percorrendo un piccolo tratto a piedi (anche se drammaticamente in salita). La struttura quasi non si vede sino alla fine, per poi apparire tra le foglie e gli alberi in tutta la sua maestosità (si dice di ispirazione anche per il romando Il nome della Rosa). Non che sia particolarmente grande (anche se certamente non è una costruzione piccola), ma ciò che realmente mi ha sorpreso ed affascinato è la sua posizione e le difficoltà che immagino ci siano state per la sua costruzione. Entrando dentro il monastero, si nota come gran parte della struttura sia stata scavata nella roccia, con i mattoni in pietra che si vanno fondendo nella nuda roccia. La vista è da togliere il fiato, specialmente in una bella giornata di sole con qualche nuvola a condire il panorama. Si vede tutto il fondo valle.

Un luogo più che consigliato, dove poter passare una bella gita, sdraiarsi sul prato circostante e fare un tuffo nel passato.

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