Cartoline dal Val di Noto (parte II)

Dove eravamo rimasti? Ah, si, il tramonto a Noto. Il colore giallastro tipico di tutte le costruzioni tardo barocche del vallo, al tramonto, si accende, quasi prende fuoco. Diventa di un colore che penso sia esattamente a metà tra l’oro e l’arancione degli agrumi siciliani. Se poi si accompagna il tutto con una granita al Caffè Sicilia (a proposito, vista la puntata di chef table, vero?), si crea un momento di pura perfezione e pace mentale. Provare per credere.
L’ultimo giorno del nostro piccolo itinerario è stato dedicato interamente a Ragusa Ibla, l’antico centro storico del capoluogo. Se penso a Ragusa penso a… scalini, salite. Tanti scalini e tante salite. La città è arroccata su un promontorio spaccato nella terra da una sorta di canyon, e per raggiungerla ed esplorarla bisogna armarsi di forza e determinazione. Ma, neanche a dirlo, ne vale assolutamente la pena. La piazza principale con il Duomo di San Giorgio è uno spettacolo imperdibile, così come i giardini iblei.
Due post su un blog sicuramente non bastano per raccontare una delle zone più belle della Sicilia, così come tre giorni non bastano per esplorarla e viverla appieno.  E quindi si dovrà tornare, per rivedere quel tramonto, per assaporare quella granita.

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