L’orgoglio nei tempi bui

Riuscire ad esprimere cosa penso del tempo in cui viviamo, della situazione del mio paese (e di tanti altri), della direzione che stiamo percorrendo, per me è davvero difficile. Viviamo in un momento dove accogliere significa commettere reato, dove è più corretto imbracciare fucili e sprangare le porte più che aprirle, dove la diversità fa paura invece che essere ricchezza. C’è chi riesce a scrivere post di indignazione sui social, chi si arrabbia e combatte. Io purtroppo, almeno per il momento, riesco solamente ad osservare e rimanere impotente. 
E’ forse per questo che camminare lungo corso Buenos Aires, durante il Pride, mi ha ridato un briciolo di serenità. Non che sia la prima volta, anzi, trovo il Gay Pride sempre interessante da osservare e vivere. Per quanto non possa cogliere il suo reale significato e non possa realmente sentirmi coinvolto, riesco comunque a percepire il messaggio di apertura, di accoglienza, di inclusione. 

Viviamo in tempo poco arcobaleno, troppo poco. Tempi in cui passeggiare per una strada chiedendo di rispettare chi è “diverso” (nell’accezione più bella del termine) e di accoglierlo, può essere importante. Tanto.

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